Piazza Barberini

Piazza Barberini e la Fontana del Tritone

Piazza Barberini è una di quelle meraviglie che ti colpiscono quasi per caso, in mezzo al caos degli edifici, dei negozi alla moda, degli autobus e dei passanti che si affrettano lungo le strade del centro. Punto di snodo per diverse destinazioni, posta fra il colle Quirinale e gli Horti Sallustiani, questa piazza è una delle mete più visitate dai turisti, che vi si recano per ammirare la magnifica fontana, o vi si fermano per un momento di relax ai tavoli dei bar dopo aver passeggiato per le strade del centro.  Considerata particolarmente salubre, l’area in cui sorge fu particolarmente ambita dalle famiglie agiate di Roma, che qui fecero costruire le proprie dimore, influenzando nel corso dei secoli la denominazione della piazza stessa. Antecedentemente detta “Grimana”, dalla vigna e dall’abitazione del cardinal Grimani, patriarca di Aquileja, intorno al 1625 la piazza prese il nome di “Sforza a Capo le Case”, per le limitrofe proprietà appartenenti al cardinale Sforza, che vennero in seguito  acquistate dal cardinale  Francesco Barberini.  Fu quest’ultimo a far erigere il palazzo (da cui si accede oggi da Via delle Quattro Fontane) che dona l’attuale nome a Piazza Barberini. Ad eccezione di questa nobile dimora, l’area era all’epoca zona di campagna, puntinata di osterie, latterie, abitazioni modeste e attività prettamente popolari. La struttura stessa della piazza si mostrava molto diversa da quella odierna, con il lato in cui oggi sbocca via Barberini chiuso da uno degli ingressi del palazzo, un grande arco chiamato volgarmente “il Portonaccio”, dal quale si entrava nel famoso “Teatro Barberini”, eretto dal Bernini nel 1634 come teatro di corte, che restò in opera fino al 1873. Furono questi gli anni in cui il grande artista diede la sua impronta alla piazza, anzitutto ponendovi al centro, nel 1642, la celebre Fontana del Tritone. La fontana, voluta da papa Urbano VIII Barberini e alimentata dall’acquedotto dell’Acqua Felice, trasmette un esplicito messaggio di esaltazione dinastica della famiglia Barberini attraverso i richiami simbolici delle figure che la ornano. La raffinata composizione è sorretta da quattro delfini con la testa in basso, su cui si colloca una grande conchiglia aperta, da cui si erge il dio marino, Tritone, nell’atto di soffiare verso l’alto uno zampillo d’acqua che ricade nella sottostante vasca.. Intrecciati artisticamente alle code dei delfini vi sono la tiara papale, le chiavi di S.Pietro e lo stemma della Famiglia.

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 Allo stesso Bernini, si deve anche l’ideazione di un fontanile, chiamata Fontana delle Api, realizzata ad uso dei viandanti in un angolo su Piazza Barberini. Su via delle Quattro Fontane troviamo come detto il  Palazzo Barberini che dà il nome alla piazza e sede oggi della Galleria Nazionale D’Arte AnticaPasseggiando fra le sue maestose stanze si riesce a cogliere appieno la sensazione di grandezza e potere di coloro che abitavano queste mura. La maestria dei più famosi architetti italiani dell’epoca, il già citato Bernini, ma anche il Borromini, si ritrova anche all’interno del Palazzo. L’ampio giardino, il colonnato levigato, le magnifiche scale, sono solo alcuni esempi di ciò che cattura l’occhio del visitatore in questo luogo votato all’arte.

Nel tempo l’architettura che circonda Piazza Barberini è stata  inglobata nel tessuto urbano. L’installazione di una pavimentazione e dell’illuminazione a gas hanno progressivamente portato una gentrificazione dell’area: tra il 1926 e il 1932 , con l’apertura di via Barberini, vennero costruite strade e palazzi in numero sempre maggiore, portando l’opera barocca a divenire una piccola isola nel traffico dell’odierna Piazza Barberini, ma non per questo diminuendone il fascino.

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Author: Pro Loco Roma

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