Fontana di Trevi

Apertura stagionale: Aperto tutto l’anno
Parcheggio auto: No
Accessibilità disabili: No
Convenzionato Unplicard: No
Costo: Gratuito
Mezzi pubblici: Autobus Urbano – Taxi – Metropolitana

 

Fontana di Trevi

Piazza di Trevi
Roma (RM)

 

La splendida Fontana di Trevi

La splendida Fontana di Trevi

La storia di Fontana di Trevi inizia, in un certo senso, ai tempi dell’imperatore Augusto, quando il genero Agrippa fece arrivare l’acqua corrente fino al Pantheon ed alle sue terme grazie alla costruzione dell’acquedotto Vergine (che si può ammirare anche a Piazza del Popolo). Leggendaria è l’origine del nome Vergine che, secondo Frontino, sarebbe stato dato dallo stesso Agrippa in ricordo di una fanciulla (in latino virgo) che indicò il luogo delle sorgenti ai soldati che ne andavano in cerca. In quella che sarà poi l’odierna piazza di Trevi, Agrippa alzò una mostra consistente in un alto muraglione, cui erano addossate tre vasche di raccolta. La fontana restò così fino al 1453, quando Niccolò V diede incarico a Leon Battista Alberti di restaurare la fonte: in questa occasione furono tolte le tre vasche e sostituite con un unico vascone. Ma la fontana iniziò a prender corpo con Urbano VIII, il quale, volendone fare una grandiosa, incaricò del progetto il Bernini. Urbano VIII e Bernini morirono senza che la fontana fosse stata ultimata: in quel periodo era soltanto un grosso lavatore con un vascone dinanzi. Tocca a Papa Clemente XII Corsini (1730 – 1740), nel 1731, il compito di riprendere in mano le sorti della piazza e della fontana: bandisce un importante concorso per la costruzione di una grande mostra d’acqua che occupi l’intera facciata del palazzo Poli. Il bando viene vinto da Nicolò Salvi, che inizia la costruzione della fontana nel 1732, impostando l’opera secondo un progetto che raccorda influenze barocche e ancor più berniniane al nuovo monumentalismo classicista che caratterizzerà tutto il pontificato di Clemente XII. Egli riprende l’idea di fondo di Urbano VIII e di Bernini, ovvero l’idea di narrare, tramite architettura e scultura insieme, la storia dell’Acqua Vergine.

Il prospetto di Fontana di Trevi ha nel mezzo un arco trionfale formato da un ordine di quattro colonne corinzie sormontate da un grandioso attico, a sua volta sovrastato dallo stemma di Clemente XII. Lo stemma, scolpito in marmo, è coronato da una balaustra con quattro statue che simboleggiano le quattro stagioni. Nel fronte dell’architrave è l’iscrizione: “CLEMENS XII PONT. MAX. / AQUAM VIRGINEM / COPIA ET SALUBRITATE COMMENDATAM / CULTU MAGNIFICO ORNAVIT / ANNO DOMINI MDCCXXXV PONT. VI”. Al centro di una base rocciosa ricca di scogli e di figure dello scultore Maini, si erge imponente la statua di “Oceano” sopra un carro a conchiglione trainato da due cavalli marini, guidati da altrettanti tritoni. I cavalli, uno placido e l’altro agitato, simboleggiano i due aspetti del mare. Le due statue nelle nicchie laterali raffigurano “Abbondanza” (a sinistra) e “Salubrità” (a destra), mentre i bassorilievi sovrastanti ricordano uno la leggenda di Agrippa che approva il progetto dell’acquedotto e l’altro la vergine romana che indica ai soldati assetati le sorgenti dell’acqua. Lungo il piano stradale vi è la grande vasca a bordi rialzati simboleggiante il mare.

Il celebre bagno nella Fontana di Anita Ekberg nel film "La Dolce Vita"

Il celebre bagno nella Fontana di Anita Ekberg nel film “La Dolce Vita”

Curiosità legate a Fontana di Trevi: La più famosa riguarda lo storico film di Fellini “La Dolce Vita”. La scena del bagno di Anita Ekberg nella fontana ha fatto conoscere a tutto il mondo questa scenografica composizione barocca di chiara matrice berniniana.

Una celebre tradizione vuole che porti fortuna lanciare una moneta nella fontana volgendole le spalle, perché in questo modo si tornerà sicuramente nella città. Le monete, raccolte quotidianamente, vengono destinate dal comune di Roma ad opere caritatevoli.

Più romantico l’uso di far bere l’acqua della fontana al fidanzato che parte per il servizio militare o per lavoro e spezzare poi il bicchiere, in modo che l’uomo non possa più dimenticarsi né di Roma né della fidanzata.

Author: Pro Loco Roma

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