Lucrezia Borgia
Una donna fatale e dissoluta, appartenente ad una delle famiglie più importanti del Rinascimento romano
Affascinante ed enigmatica, nel panorama del Rinascimento, la figura di Lucrezia Borgia spicca per la sua storia che spesso si intreccia alla leggenda, delineando il quadro di una figura traditrice e dedita al potere che, forse, non la rispecchia realmente. Figlia di Rodrigo Borgia, arcivescovo di Valencia, diventato Papa nel 1492 con il nome di Alessandro VI e di Vannozza Cattanei , Lucrezia Borgia fa il suo ingresso nella storia nell’anno 1480 all’interno di un contesto sociale che vedeva il territorio italiano pullulare di figli illegittimi nati da illustri nomi e prostituzione.
Figlia del Papa, educata dalle suore del convento di San Sisto, famose per il loro rigore e disciplina, Lucrezia Borgia non giunge tuttavia a noi come il più alto esempio di donna devota, bensì per due caratteristiche che saranno probabilmente la sua condanna nel corso di tutta la vita: la bellezza ed il suo cognome.
I capelli d’oro, gli occhi chiari, il volto da bambina, l’intelligenza con cui padroneggiava le lingue e la musica, l’eleganza nel portamento, fecero della figura di Lucrezia Borgia, uno strumento perfetto per le brame di conquista del Padre. Appena dodicenne, infatti, fu condotta nel palazzo di Santa Maria in Popolo, perché fosse vicina a Rodrigo Borgia e perché vi attendesse l’arrivo, per ben tre volte, dei suoi tre mariti.
Il primo Giovanni Sforza, la prese in moglie quando ella aveva solo tredici anni. Nel 1497, grazie ad una bolla papale, il matrimonio venne annullato e l’interesse del Papa si spostò verso il regno di Napoli. Il secondo matrimonio, quello con Alfondo D’Aragona, portò Lucrezia a vivere un periodo felice che brutalmente terminò quando, appena ventenne, suo fratello Cesare Borgia pugnalò suo marito per agevolare un’alleanza con la Francia. Le terze nozze la videro sposare Alfonso D’Este, che la pianse sul suo letto di morte, nel 1519.
Ma di questi anni che la vedranno sposa per tre volte, ciò che alla storia resta la figura di Lucrezia Borgia è la possibile complicità nell’omicidio del suo secondo marito. La presunta relazione con suo fratello e con suo padre. La sua abilità nella gestione del potere, che le valse l’appellativo di Papessa, quando, nell’estate del 1501, il Papa suo padre, la nominò sua vicaria, durante una sua assenza.
A donare questo volto di lei alla storia saranno soprattutto le parole di Victor Hugo e di Doninzetti, che la descriveranno come una donna fatale e dissoluta, dimenticando quanto, nella storia, Lucrezia Borgia fu importante. Sia per la diplomazia e l’abilità politica che dimostrò nella corte del ducato di Ferrara quando suo marito, assente, glie lasciava la gestione, sia per l’ospitalità offerta ad autori letterari quali Ludovico Ariosto, Ercole Strozzi, Gian Giorgio Trissino,e Pietro Bembo, con i quali, attraverso uno scambio epistolare, è ancora oggi possibile intravedere quale sia la verità su la figura di Lucrezia Borgia, oltre ciò che la leggenda popolare ci narra.