Piazza Campo de’ Fiori

Campo de’ Fiori

Il Mercato di Campo de' Fiori e la Statua di Giordano Bruno

Il Mercato di Campo de’ Fiori e la Statua di Giordano Bruno

Oggi, ciò che resta di Campo de’ Fiori è il famoso mercato che si svolge tutte le mattine dal 1869, ma la storia della Piazza inizia nell’ antica Roma, quando la zona era considerata uno dei luoghi più grezzi della città. Veniva utilizzata come rimessa per le squadre di Aurighi, ovvero coloro che conducevano le bighe nelle gare del Circo Massimo. A confermarlo fu il fatto che, tempo dopo, i resti delle rimesse sono stati trovati nelle aree limitrofe.

La Piazza di Campo de’ Fiori, che durante il Medioevo fu ridotta ad un prato abbandonato (è da qui che viene il nome), venne urbanizzata ufficialmente dai papi alla fine del 1400, in quanto unica Via per il Vaticano proveniente da Sud. La prima via di collegamento risanata, fu Via del Pellegrino, chiamata così perché principale tragitto dei pellegrinaggi in Vaticano. La Via esisteva già prima che Papa Alessandro IV Borgia si occupasse del rinnovamento. A testimoniarlo, sono le iscrizioni e lo stemma Papale sulla prima casa a sinistra.

Il cambiamento di Campo de’ Fiori si ottenne agli inizi del 500’, con la bonifica dell’ area attraverso la costruzione delle fognature e di servizi essenziali. La Piazza assunse finalmente un aspetto degno di un luogo pubblico cittadino. Divenne un punto d’incontro per le discussioni e gli annunci pubblici, qui venivano affisse anche bolle e proclami papali contro gli eretici, veniva svolto il mercato ed era luogo di passaggi papali.
Campo de’ Fiori divenne un luogo di Osterie, ogni fabbricato nella Piazza ne includeva qualcuna come nelle strade adiacenti, e luogo di commercio ed artigianato. Le stradine che confluivano nella piazza, inizialmente strette ed ampliate durante i processi di Bonifica nel 500’, adesso divennero simbolo di attività commerciali. Via dei Baullari, che raggruppava le botteghe dei fabbricanti di bauli e valigie, Via dei Giubbonari, fabbricanti di giubbotti, e così per Via degli Straderari, dei Cappellari, dei Giubbonari, dei Chiodaroli.

Palo del Supplizio in Campo de' Fiori - 1700

Palo del Supplizio in Campo de’ Fiori – 1700

L’aspetto splendente di Campo de’ Fiori, mostrava anche il suo lato buio, come luogo di pubbliche esecuzioni. Esempio è il rogo di Giordano Bruno nel 17 Febbraio del 1600, per la sua concezione filosofica considerata eretica. Oggi a testimonianza di una delle esecuzioni pubbliche più famose del Rinascimento, vi è nella Piazza la statua del filosofo, realizzata in bronzo dallo scultore Ettore Ferrari. Giordano Bruno è mostrato rivolgere il volto in direzione della Città del Vaticano, in segno di ammonimento alla Chiesa. Fino al 1798 la Piazza fu dominata da un alto patibolo, (vedi foto) che veniva utilizzato per i reati considerati “minori”. I colpevoli erano torturati attraverso una sospensione della braccia che procurava una dislocazione delle scapole. A testimonianza de “Il tormento della corda” vi è Via della Corda, chiamata così non  per l’arte dei Cordai.

Lo stemma di Vannozza in Campo de' Fiori

Lo stemma di Vannozza in Campo de’ Fiori

Curiosità: Una delle personalità legate alla storia di Campo de’ Fiori fu Giovanna de Candia dei Cattanei, soprannominata Vannozzai, famosa amante di Alessandro VI Borgia. Vannozza era una nobildonna mantovana molto scaltra quando si parlava di affari. Diede al Pontefice tre figli, che raggiunsero notorietà peggiore: Cesare Borgia, che ispirò il “Principe” di Macchiavelli, Lucrezia, accusata di intrighi sanguinosi, e il terzo Giovanni, morto in circostanze misteriose, tra cui quella probabile che fu lo stesso fratello ad ucciderlo. Vannozza fu la proprietaria di una delle Locande più famose in Campo de’ Fiori la “Taverna della Vacca”. La locanda fu aperta nel 1513 dopo la morte del suo amante. Era una delle locande più famose a quell’epoca, anche perché si dice fosse frequentata da prostitute. La taverna oggi non esiste più, ma alla fine del vicolo del Gallo, in un edificio del Medioevo potete notare lo stemma di Vannozza affisso sul muro.

Author: Pro Loco Roma

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