Porta San Sebastiano
Porta San Sebastiano, chiamata in origine Porta Appia perché attraversata dalla via omonima, è la più grande delle Mura Aureliane e tutt’ora in ottimo stato di conservazione. In origine presentava due ingressi gemelli ad arco, ai lati dei quali vi erano due torri semicircolari. Successivamente le torri furono ampliate e rialzate di un piano, mentre all’interno venne creato un cortile fortificato.
Il nome originario che conservò a lungo, era Porta Appia perché da lì passava la regina viarum che cominciava poco più indietro, dalla Porta Capena delle mura serviane. Nel medioevo sembra fosse chiamata anche “Accia” (o “Dazza” o “Datia”), la cui etimologia, alquanto incerta, sembra però legata al fatto che lì vicino scorresse il fiumicello Almone, chiamato “acqua Accia”. Un documento del 1434 la menziona come “Porta Domine quo vadis”. Solo dopo la metà del XV secolo è finalmente attestato il nome che conserva ancora oggi, dovuto alla vicinanza alla basilica e alle catacombe di San Sebastiano. La struttura originaria d’epoca aureliana, edificata quindi verso il 275, prevedeva un’apertura con due fornici sormontati da finestre ad arco, compreso tra due torri semicilindriche. La copertura della facciata era in travertino.
In seguito ad un successivo restauro le due torri furono ampliate, rialzate e collegate, con due muri paralleli, al preesistente arco di Druso, distante pochi metri verso l’interno, in modo da formare un cortile interno in cui l’arco aveva la funzione di controporta. Probabilmente sotto Onorio (395-423 d.C.) i due ingressi furono ridotti ad uno solo, che costituisce l’attuale apertura, e le torri inserite in due grandi basamenti quadrati rivestiti di marmo. Nello stipite destro della porta – rispetto a chi esce – sono ancora visibili, incise nel marmo, la figura dell’arcangelo Gabriele e un’iscrizione medievale. Quest’ultima ricorda la battaglia vittoriosa del popolo romano contro Roberto d’Angiò, avvenuta nei pressi della porta nel 1327. Gli ambienti interni subirono numerose trasformazioni soprattutto negli anni 1942-43, quando l’edificio divenne residenza di Ettore Muti, segretario del partito fascista. Oggi all’interno di Porta San Sebastiano vi ha sede il Museo delle Mura.
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