Roma nascosta: il passetto del Biscione

Avete mai sentito parlare del passetto del Biscione?

Si tratta di un curioso passaggio che collega via di Grotta Pinta alla piazza del Biscione, nei pressi di Campo dei Fiori.

Nell’epoca romana, il passetto del Biscione collegava la cavea del Teatro di Pompeo con l’esterno. Dopo essere rimasto per anni vittima del vandalismo, grazie al restauro finanziato nel 2014 da Roberto Lucifero, direttore del Centro studi Cappella Orsini, quei pochi metri coperti e transitabili sono tornati a splendere.

Toponimia

L’origine del toponimo discende quasi certamente da qualche albergo di proprietà o gestito da milanesi, che aveva per insegna il biscione visconteo.

Anticamente la zona ospitava molti alberghi, uno dei quali – il primo a Roma, risalente al 1400 – è ancora esistente e in attività. Si tratta dell’Albergo del Sole, le cui spaziose stalle oggi servono per un’autorimessa.

La validità dell’ipotesi sull’origine del toponimo può essere sostenuta anche perchè a Roma erano ben cinque gli alberghi Al Biscione, uno dei quali a Grottapinta, con le finestre che si affacciavano sulla piazza del Biscione.

L’origine del detto “cercà Maria pe’ Roma”

Sotto il passetto del Biscione si venera un’immagine settecentesca, ancora esistente, chiamata “la Madonna del Latte”. Una leggenda narra che, nel 1796, la Madonna mosse gli occhi, come se si fosse svegliata all’improvviso, aprendo e chiudendo le palpebre e seguendo con le pupille la folla che si era riunita all’annuncio dell’evento. Per dare una sistemazione più dignitosa al tabernacolo che conteneva il dipinto, si decise di chiudere uno degli ingressi che portava al passetto, rendendo ancor più nascosta l’immagine di Maria. I fedeli che volevano vedere l’affresco mariano, dunque, dovevano avventurarsi in una complicata ricerca tra i vicoli di Roma, da cui sembra essere derivato il detto romanesco “cercà Maria pe’ Roma”, che corrisponde al detto “cercare un ago in un pagliaio”.

Altre curiosità sulla Piazza del Biscione

Nel secolo scorso, sulla piazza del Biscione lo scrivano pubblico Lino aveva posto un’insegna nella quale faceva pubblicità alle proprie prestazioni, dividendole in “categorie”, tra cui rientravano le lettere confidenziali, cioè amorose, che costavano da sei a dieci soldi a seconda che fossero “ordinarie, ardenti o ardentissime” su foglio semplice o arricchito da arabeschi. Sulla piazza, inoltre, erano presenti due mummie egiziane, conservate nell’antica farmacia Marcucci, che si trovava al n. 77 della via.

Un importante palazzo che si affaccia sulla Piazza del Biscione è Palazzo Righetti, già Condulmer, passato poi agli Orsini e da questi ai Pio di Savoia che ne rifecero la facciata nel XVII secolo. Un secolo dopo il palazzo venne diviso tra i Lancellotti, monsignor Bufalino, i Santacroce e altri, fin quando non venne in possesso dei Righetti. Nel sottosuolo fu scoperto, nel 1864, l’Ercole Dorato, attualmente esposto ai Musei Vaticani. Il Palazzo ospitò importanti personaggi, tra cui Caterina Riario Sforza nel 1667 e il fratello di papa Gregorio XV Ludovisi.

Author: Pro Loco Roma

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