Storia dei Piatti Tipici Romani

I tipici primi piatti della cucina romana: la storia

Per una panoramica della storia dei tipici piatti della cucina romana non possiamo non accennare qualcosa sulla storia della cucina romana in generale. Partendo dalla Roma repubblicana ed imperiale, sappiamo che la giornata si divideva in tre pasti, più o meno come oggi: la colazione (“ientaculum”) a base di focacce, miele e vino; il secondo pasto (“prandium”) abbastanza frugale che comprendeva una ciotola di legumi, olive, fichi, alici in salamoia, formaggi di pecora o di capra, spiedini di carne o pesce alla griglia e, ovviamente, vino. Infine la cena, che poteva durare anche sei o sette ore e che prevedeva, oltre all’antipasto (“gustus” o “gustatio”), ben sei portate.

La cucina romana odierna, maturata dal Medioevo ai giorni nostri, è ben diversa da quella dell’antica Roma ed ha assorbito molte specialità culinarie di culture differenti e delle regioni confinanti oltre ad avere la particolarità di aver difeso la sua genuinità dalle intromissioni e dalle mode esterne, mantenendo la semplicità di una cucina popolare.

La cucina romana tradizionale è fondata su ingredienti di derivazione rurale e contadina ed è costituita da piatti particolarmente nutrienti e serviti in porzioni abbondanti, proprio perché destinati a sfamare una popolazione impegnata nel lavoro nei campi.

 amatriciana

cacio e pepe

I piatti tipici romani

Sebbene nella cucina romana sia ampiamente impiegata la carne, soprattutto vaccina e ovina, possiamo dire che i capisaldi di questa cucina sono i primi piatti.

I primi piatti tipici della cucina romana sono la amatriciana, il cacio e pepe, la gricia e la carbonara. Quella conosciuta come “amatriciana” (o matriciana come viene spesso pronunciata in dialetto romanesco) ha origine in un piccolo paesino del Lazio chiamato Amatrice e, secondo alcuni, è una versione più moderna della “gricia” conosciuta come l’amatriciana priva di pomodoro che sarebbe stato aggiunto solo successivamente alla fine del diciottesimo secolo. La preparazione originale prevede che dei listelli di guanciale siano fatto soffriggere in olio di oliva in una padella di ferro, quindi si aggiunge del peperoncino e del vino bianco che, evaporato, si unisce al sugo portandolo lentamente alla cottura, il tutto condito con sale e pepe macinato. La gricia ha la stessa provenienza ed è un piatto ideato dai pastori matriciani che la consumavano abitualmente per i suoi ingredienti facilmente reperibili vale a dire spaghetti, guanciale, pecorino di Amatrice, strutto, pepe nero e sale.

carbonara

gricia

Il sugo “cacio e pepe” è costituito da soli tre ingredienti cioè pasta, cacio e pepe e il trucco per la sua buona riuscita sta solamente nel dosarli e mantecarli bene. Infine la “carbonara”, così chiamata perché pare fosse il piatto tipico dei carbonai, nata intorno al 1945 nel Lazio, quindi piuttosto recentemente. Anche in questo caso si tratta di un condimento abbastanza semplice da realizzare in cui sono sufficienti guanciale, uovo, pecorino, pepe e olio. Il tutto sempre accompagnato dal vino, immancabile, sia rosso che bianco e spesso proveniente dai vigneti della zona dei Castelli Romani. In caso voleste cimentarvi in qualcuna di queste ricette potete consultare i numerosi ricettari presenti sul web come, per esempio, questo che contiene tutti i tipici primi piatti romani ma anche tutte le altre portate della tradizione.

Author: Pro Loco Roma

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