Ben nota è la talentuosa Artemisia Gentileschi, artista eccelsa del ‘600 romano. Ma è davvero l’unica artista donna della storia artistica romana?
Ebbene no, ma alle artiste era concesso solo di cimentarsi in miniature o ritratti tradizionali e, forse, è per questo che abbiamo perso le tracce di molte di loro.
In questo articolo vedremo le vicende artistiche di Lavinia Fontana e Plautilla Bricci, riuscite ad emergere con difficoltà e i cui nomi sono rimasti indelebili nella nostra storia artistica.
Partiamo con Lavinia Fontana, bolognese di nascita che trascorse gran parte della sua vita a Roma. Pittrice italiana del tardo manierismo, viene ricordata per essere stata la prima donna a dipingere una pala d’altare e un nudo femminile, su commissione del cardinale Scipione Borghese. Il talento di Lavinia la portò ad essere anche nota come «pontificia pittrice» visto il successo, lungo e duraturo, presso la corte papale.
Questa straordinaria pittrice ruppe gli schemi impostole dalla società e, con caparbietà, dipinse gli stessi soggetti dei colleghi uomini. Raggiunse il suo apice in un celebre dipinto del 1613, oggi conservato presso la Galleria Borghese: Minerva in atto di abbigliarsi.
Nel dipinto Fontana affronta non solo un soggetto mitologico, ma anche un nudo, ed è la prima donna a cimentarsi in questa sfida. Minerva è ritratta spoglia della sua armatura, mentre si accinge a provare un sontuoso abito femminile. La raffigurazione della dea risulta essere originale ma ritroviamo tutti i suoi tipici attributi iconografici: lo scudo, l’armatura, la civetta e l’elmo.
Un dettaglio specifico ci suggerisce che l’opera fu certamente dipinta a Roma: aguzzando la vista, sullo sfondo, è visibile la cupola della basilica di San Pietro.
La pittura non è tuttavia l’unico genere in cui si sono cimentate le artiste a Roma. Sulla prossima artista è stato scritto persino un romanzo: Plautilla Bricci (1616-1705), nota come «l’architettrice». Lei diverrà una delle figure cardine del Barocco romano, stimata da Pietro da Cortona, Bernini e dalla corte papale.
Tra i progetti più celebri de l’architettrice va ricordata la Villa Benedetti (oggi Villa Giraud) al Gianicolo, nota anche come ”Vascello” vista la sua particolare forma.
Nel 1849 l’edificio costituì l’avamposto delle truppe garibaldine impegnate contro l’esercito francese e, trovandosi al centro della battaglia, il Vascello rimase gravemente danneggiato. Sappiamo, tuttavia, che la decorazione interna dell’edificio doveva essere molto ricca: al piano nobile si trovavano ben tre gallerie ornate da specchi e trofei con pavimenti di maioliche bianche e nere.
All’interno della galleria principale si poteva ammirare una splendida volta affrescata con “l’Aurora” di Pietro da Cortona, “il Mezzodì” dell’Allegrini e “la Notte” di Grimaldi.
Il genio della nostra architettrice si cimentò anche nella realizzazione di una cappella e una pala d’altare edificate all’interno della Chiesa di San Luigi dei Francesi. Terza cappella, navata sinistra e si viene colpiti da teatralità e grandezza, nel pieno rispetto dei canoni barocchi.
L’ingresso, arricchito da un grande drappeggio sollevato ai lati da angeli, ospita le figure allegoriche della Fede, vestita come un guerriero, della Religione che ha sotto i piedi un infedele a cui viene rotta una lancia e il monogramma di Cristo.
Notiamo, in corrispondenza dell’altare, due colonne corinzie, le quali rivelano un’ispirazione a Bernini. La pala d’altare, raffigurante San Luigi tra la Fede e la Storia, è firmata da Bricci, che qui mostra uno stile più coerentemente classico rispetto alle sue opere di architettura, a metà tra tradizione francese e tradizione italiana.
Innovatrici e fantasiose, queste due grandi artiste infransero le regole imposte non solo dalla società ma anche dalla tradizione artistica dell’epoca. Invece di limitarsi a realizzare miniature, ritratti o piccoli dipinti sacri, hanno scelto la grandezza, dimostrando che le donne potevano realizzare opere degne di meraviglia. La loro originalità le ha portate ad avere riconoscimenti dai più grandi del loro tempo, artisti, papi ed intellettuali.
Hanno scelto di firmare le loro opere, lasciando così il loro nome nella Storia. Ad oggi non ci resta che andare a vedere i lasciti delle madri dell’arte italiana.
Fonti:
Marta Vischi, Itinerari museali. le artiste a Roma tra XVI e XVIII secolo, 2021, Vitamine Vaganti, https://vitaminevaganti.com/2021/09/11/itinerari-museali-le-artiste-a-roma-tra-xvi-e-xviii-secolo/
Antonio Iommelli, Minerva nell’atto di abbigliarsi, Galleria Borghese, https://www.collezionegalleriaborghese.it/opere/minerva-in-atto-di-abbigliarsi
Villa del Vascello, Roma sito turistico ufficiale, https://www.turismoroma.it/it/luoghi/villa-del-vascello
Consuelo Lollobrigida, Plautilla BRICCI Protagonista femminile del Barocco romano, 2016, News – Art Notizie dal mondo dell’arte, https://news-art.it/news/plautilla-bricci-celebre–architettora–e-pittrice-del-seic.htm