Caffè Greco

Il Caffè Greco in Via Condotti

Entrata dell'antico Caffè Greco

Entrata dell’antico Caffè Greco

Il Caffe’ Greco simbolo cosmopolita dell’elegante Via Condotti è il più antico caffè di Roma, aperto nel XVIII secolo, in Italia solo il Florian di Venezia è più antico. Il nome del locale potrebbe derivare  dal fatto che Nicola della Maddalena  il caffettiere che lo ha fondato nel 1760 era greco, ma anche al caffè decantato al modo greco o turco, che si serviva in origine diverso da quello filtrato all’italiana. Fin dall’inizio le sale del Caffè Greco servivano da punto d’incontro per gli intellettuali.

L'interno della Caffetteria

L’interno della Caffetteria

Il locale conserva tuttora il suo aspetto ottocentesco e nella celebre sala Omnibus ospita ogni primo mercoledì del mese un gruppo di studiosi e accademici cultori della città di Roma. La caffetteria è famosa per le importanti personalità che lo hanno frequentato nel corso degli anni come Massimo D’Azeglio, Luigi di Baviera, Buffalo Bill, Ennio Flaiano, Aldo Palazzeschi, Cesare Pascarella, Richard Wagner, Orson Welles, Edvard Grieg, Johann Wolfgang von Goethe e molti altri ancora.

Tra i noti personaggi che furono clienti del locale, ci fu Giacomo Casanova, un giovane abate al servizio del cardinale Acquaviva. Questo, trovandosi a passeggiare per la Strada Condotta (via dei Condotti), fu chiamato dal cardinale Gama che, seduto ad un tavolo del caffè con altri abati, lo invitò a fare loro compagnia. Sembra che si intrattennero scambiandosi storie e racconti lontani dall’austerità consona al loro abito. In questa occasione Casanova scambiò per una donna vestita da uomo Giuseppe Ricciarelli anche conosciuto come Beppino della Mammana. Lo disse al Gama il quale ridendo affermò che Beppino era un famoso castrato dopodiché glielo presentò raccontando, l’equivoco in cui Casanova era caduto. A questo punto pare che il nuovo arrivato abbia proposto a Casanova di passare una notte con lui promettendogli di ricoprire sia il ruolo di ragazza che quello di ragazzo.

Una foto scattata durante un incontro letterario al Caffè Greco

Una foto scattata durante un incontro letterario al Caffè Greco

Numerosi sono gli aneddoti che circolano intorno al caffé greco. Si racconta, ad esempio, un aneddoto riguardante un famoso cliente occasionale della caffetteria : Henry Beyle più noto con lo pseudonimo di Stendhal che varcò la soglia dell’Antico Caffè Greco per cercarvi il suo sosia. Precedentemente lo scrittore francese a Terni era stato scambiato per il pittore Stefano Forby e per tale motivo era stato trattato con grandissima cortesia. Stendhal aveva cercato di chiarire l’equivoco ma non vi era riuscito tanto era somigliante al Forby. Giunto a Roma lo scrittore aveva saputo che il suo sosia era un frequentatore della famosa caffetteria e vi si era recato, curioso di incontrarlo. Il vederlo però gli aveva provocato una grande delusione in quanto il pittore era molto brutto.

Tra i famosi clienti dell’Antico Caffè Greco vi fu anche Liszt che veniva a Roma tutti gli anni ed era ospite nei migliori salotti. Si racconta un aneddoto riguardante una principessa che lo aveva invitato ad un pranzo. La nobildonna chiese a Liszt di suonare qualcosa. Al compositore quella richiesta deve essere parsa una indelicatezza così dopo essersi seduto al piano e aver suonato un paio di accordi si era alzato dicendo: “Madame, le diner est payè” (“Signora, la cena è pagata”) e senza voltarsi indietro aveva lasciato la sala e il palazzo.

Su un tavolino del Caffè Greco Gogol’ scrisse gran parte delle Anime Morte. Nello stesso locale si recava spesso anche Schopenhauer portando sempre con sé un barboncino bianco che chiamava Atma (anima del mondo). Nella caffetteria rischiò di essere aggredito da un gruppo di pittori tedeschi detti i Nazareni, per avere insultato la Germania: per lui era la nazione più stupida della Terra, l’unica superiorità che le riconosceva era quella di poter fare a meno della religione.

Tra gli autografi, le pitture, i disegni, le fotografie, le lettere conservati nel Caffè Greco c’è una lettera del 1910,  scritta dal conte Ludovico Pecci, nipote di papa Leone XIII, nella quale sidice che il pontefice da giovane era stato un assiduo frequentatore del locale. Per tale motivo è nata la leggenda secondo la quale se un cardinale si fosse seduto ad un tavolo del Caffè Greco sarebbe diventato papa. I gestori del Caffè quindi chiesero ed ottennero una rara foto del futuro pontefice, quando non era ancora neanche sacerdote, ma delegato apostolico a Benevento. La foto e la lettera relative al papa si trovano affianco ad una foto e ad una lettera riguardanti Liszt.

Author: Pro Loco Roma

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4 Comments

  1. Mi aiutate a riconosce gli scrittoi ripresi nella fotografo (credo fosse J. E. Rena nel 1947) sedurti al Caffè Greco ?
    È una foto bellissima e la dice lunga sulla grande Roma dell’immediato dopoguerra . Vi sarò grato moltissimo, un bela saluto dalla Sicilia , Claudio Marino

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    • La foto è di Irvin Penn, 1948. Gli scrittori nella foto sono da sinistra a destra: Aldo Palazzeschi, Goffredo Petrassi, Mirko, Carlo Levi, Pericle Fazzini, Afro, Renzo Vespignani, Libero de Libero, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Mario Mafai, Ennio Flaiano, Vitaliano Brancati e Orfeo Tamburi.

      Cordiali saluti,

      Pro Loco di Roma

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  2. Io faccio una ricèrca suĺ mio cognome CAŔNESECCHI so che agli inizi ottocento il caffè greco era di proprietà di un carnesecchi Giovanni ò Giuseppe
    Sapete qualcosa di più su questo individuo ?
    In via condotti a mezzo ottocento vi è da anche la bottega di Francesco carnesecchi artista intagliatore.. Erano parenti ?
    Grazie per l attenzione
    Pierluigi carnesecchi

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    • sono passati 4 anni e finalmente un po di luce
      Giuseppe Carnesecchi e’ il padrone dell’antico caffe’ Greco almeno dal 1796 al 1805

      Probabilmente era proprietario da molto tempo prima
      Gia’ nel 1796 il caffe’ godeva di gran fama presso gli artisti nord europei
      Vi e’ una lettera di Ernst Morace che gli si raccomanda per procurare un alloggio a Thorvaldsen nel marzo del 1797

      Poi nel 1805 e’ sempre Giuseppe Carnesecchi ad acquistare da Koch lo Heroische Landschaft mit Regenbogen
      “The earliest version of the composition (Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle,) of 1805 was painted for Giuseppe Carnesecchi, the owner of the Caffè Greco in Rome.”
      Nel retro della tela vi e’ la scritta Giuseppe Carnesecchi / Coche
      Quindi in realta’ Giuseppe e’ l’iniziatore della collezione d’arte del Caffe’ Greco di via Condotti

      http://www.carnesecchi.eu/incisore1.htm

      Molto interessante anche la storia di Francesco Carnesecchi figlio di un Giovanni (ca 1796–1872 ) e’ un incisore di cammei ed orefice con negozio in via Condotti ed e’ probabilmente parente di Giuseppe
      Un suo lavoro al MET di New York
      Grande mercante internazionale e’ al centro di un interessante mercato di opere d’arte tra Roma , Parigi e Londra

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