Il Giardino di Ninfa, gioiello dei Caetani

Gita fuori Porta al Giardino di Ninfa

Giardino di Ninfa riflesso nell'omonimo fiume

Giardino di Ninfa riflesso nell’omonimo fiume

Il Giardino di Ninfa è un vero e proprio monumento naturale, situato a Cisterna di Latina, è una tappa ideale per la nostra gita fuori porta nei dintorni di Roma.

Il Giardino di Ninfa, il Castello di Sermoneta, ed il Parco Naturale Pantanello appartengono oggi alla Fondazione Caetani Onlus. Sono aperti al pubblico, con la possibilità di prenotare delle visite guidate; sul sito potete scoprire orari e aperture durante l’anno.

La Storia del giardino e l’influenza dalla famiglia Caetani: Il Giardino di Ninfa sorge sui ruderi dell’antica città medievale di Ninfa, circondato dal fiume Ninfa e dal Parco Naturale Pantanello, ricostruito solamente nel 2009. Il nome deriva da un tempio di origine romana dedicato alle Ninfe Naiadi, costruito dove oggi si trova l’attuale giardino. La storia del Giardino di Ninfa e del territorio pontino limitrofo, è legata principalmente al dominio della famiglia Caetani. Prima che Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, salì al trono verso la fine del 1200, Ninfa, ai piedi dei monti Lepini, aveva un ruolo strategico come unico collegamento a Roma se le paludi avessero coperto l’Appia Antica. La zona non fu densamente abitata fino all’arrivo dei Conti Tuscolo e della famiglia Frangipani, durante il XI secolo.

Ma il dominio dei Caetani segnò radicalmente il cambiamento del territorio, da lì a sette secoli. Benedetto Caetani acquistò la città di Ninfa e le zone limitrofe del territorio pontino; ampliò il castello e costruì il palazzo baronale. Il periodo di splendore terminò presto, a causa del saccheggio avvenuto nel 1382. Ninfa diventò una città fantasma, oltre alle perdite subite a seguito dell’incursione, un’epidemia di malaria colpì la zona. Si decise, quindi, che non era il caso di ricostruire la città su un territorio danneggiato. Rimasero frequentate solamente le chiese della zona, come San Giovanni, San Biagio, San Pietro fuori le mura, dagli abitanti delle colline.

Forme e colori si rispecchiano nel fiume Ninfa

Forme e colori si rispecchiano nel fiume Ninfa

Questo almeno fin quando nel XVI secolo, Nicolò III Caetani, decise di trasformare Ninfa in un meraviglioso giardino, spinto dal suo amore per la botanica. I lavori furono affidati a Francesco Capriani, detto anche Francesco da Volterra, un grandissimo architetto italiano a cui dobbiamo la realizzazione di molte chiese romane. L’architetto realizzò un hortus conclusus, in cui per molto tempo vennero coltivati anche alcuni agrumi, tra cui il Citrus Cajetani, una varietà di limone. Dopo la morte del cardinale i possedimenti passarano a vari membri della famiglia, che non diedero valore alcuno al Giardino di Ninfa, fino a quando alla fine del 1800 Onoraro Caetani, con la sua famiglia e sua moglie  Ada Bootle Wilbraham, tornarono ad abitare i possedimenti di famiglia. Un tocco di eleganza, il Giardino di Ninfa lo ricevette dalla signora Wilbraham, che trasformò il giardino in perfetto stile anglosassone, regalandogli un’atmosfera romantica: cipressi, lecci, faggi, e tantissimi fiori presero vita all’interno del giardino.

Dopo la famiglia di Onoraro Caetani, la zona ormai bonificata, passò nelle mani di Roffredo Caetani, da cui prende nome l’attuale fondazione. Siamo circa nei primi 30 anni del 1900, e come  Ada Bootle Wilbraham, anche Marguerite Chapin, moglie di Roffredo, si dedicò alla cura del Giardino di Ninfa, creando all’interno un luogo di incontro per un circolo di letterati, dove questi potevano venire ad ispirarsi.  A metà del 1900, durante la seconda guerra mondiale, la famiglia decise di stabilirsi nel Castello di Sermoneta, a soli 7 Km di distanza da Ninfa. Il giardino fu utilizzato dai militari italiani, senza però subire danni. L’ultima erede della famiglia Lelia Caetani, si prese cura del giardino in maniera molto naturale, senza l’utilizzo di prodotti inquinanti. Amante del Giardino di Ninfa e del territorio pontino, è lei che fondò nel 1972 la Fondazione Roffredo Caetani, con il nome del padre per onorare l’intera famiglia.

Author: Pro Loco Roma

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