Monastero delle oblate di S. Francesca Romana
Una volta l’anno, nel cuore di Roma, apre il Monastero delle Oblate di Santa Francesca Romana, uno dei gioielli artistici del 400.
La comunità religiosa delle Oblate benedettine di Monte Oliveto fu fondata da S. Francesca Romana nella chiesa di S. Maria Nova nel 1425. È qui che la santa venne a vivere insieme ad un gruppo di donne che la seguivano nella sua opera di carità verso i poveri. Esse si impegnavano con l’oblazione a perseguire una vita cristiana più profonda volta alla penitenza e alla frequenza sacramentale.
Il 1433 fu un anno importante per le monache benedettine perché nel giorno della festa dell’Annunziata venne inaugurato il Monastero di Tor de’ Specchi o, come è conosciuto al giorno d’oggi, il Monastero delle oblate di S. Francesca Romana.
L’intero edificio è suddiviso in due parti, quella antica chiamata “La casa del 400” e accessibile al civico 40 e quella moderna “Il Monastero” che si trova al civico 32.
La casa del 400
La casa del quattrocento è costituita da una lunga facciata in laterizio e si affaccia su via del Teatro Marcello. Attraverso una porta in pietra con arco a tutto sesto, sormontata da un affresco del XVIII sec. raffigurante la Madonna col Bambino tra Santa Francesca e San Benedetto, si accede al pian terreno che anticamente ospitava una mangiatoia. Successivamente si accede alla Scala Santa che in origine era situata all’esterno, ma in seguito venne murata durante la costruzione dell’oratorio. Entrambi gli ambienti sono decorati da affreschi quattrocenteschi attribuiti ad Antoniazzo Romano come all’interno dell’oratorio in cui è presente un ciclo composto da venticinque scene, che narrano la vita e le opere di Santa Francesca. In esse sono rappresentati gli usi e i costumi romani dell’epoca, importante testimonianza del loro modo di vivere.
Adiacente all’oratorio è presente l’antico refettorio, le cui pareti sono affrescate con soggetti monocromi attribuiti alla scuola di Benozzo Gozzoli e Antoniazzo Romano. La particolarità di queste pitture murali è la presenza di didascalie in dialetto romanesco che testimoniano la lingua romana dell’epoca. Sono un documento storico unico nel suo genere, fondamentale del nostro retaggio culturale, che rende la visita al monastero un’esperienza singolare da non perdere.
Dal refettorio si accede alla cella dove la Santa pregava e meditava. In questa stanza passò gli ultimi anni della sua vita in cui oggi sono conservati i resti dei suoi vestiti.
Monastero
Alla parte più moderna del monastero si può accedere attraverso un portone sormontato da un altorilievo in marmo, racchiuso in una cornice ovale, che raffigura la Santa insieme a un angelo inginocchiato che sorregge il libro della Regola. L’opera è attribuita allo scultore Andrea Bargondi ed è datata 1756. Da qui si procede verso la sala dell’udienza da cui si accede alla chiesa che è divisa in due parti: inferiore e superiore. La prima è denominata “S. Maria de Curte” in cui, durante la Settimana Santa, vengono esposti dei parati originali seicenteschi ottenuti tramite intarsi di paglia.
La chiesa superiore denominata “Ss. Annunziata“, in ricordo del giorno di inaugurazione del monastero durante l’omonima festa, presenta un atrio affrescato settecentesco. All’interno si può contemplare un maestoso soffitto in legno intagliato e un pavimento in marmi policromi.
INDIRIZZO
Via del Teatro di Marcello, 32
ORARIO
Ogni 9 marzo
9.00 – 11.30 / 14.30 – 18.00
9 Marzo 2020
Me ha encantado