Conosciamo meglio la sua storia…
Cecilia visse tra la fine del II e inizi del III secolo e proveniva da una nobile famiglia romana.
Il suo legame con la musica deriva da quanto raccontato nella sua Passio: vi si legge, infatti, che durante il suo matrimonio col nobile Valeriano iniziarono a risuonare strumenti musicali e che chiedesse al Signore di mantenere il suo cuore e il suo corpo immacolati.
A causa delle persecuzioni dei cristiani Cecilia, assieme al suo sposo Valeriano, anch’egli convertitosi al cristianesimo, vennero martirizzati.
La Santa venne dapprima condannata alla bruciatura immersa in un calderone di olio bollente ma, continuando a cantare lodi al Signore, venne decapitata e rimase agonizzante per tre giorni, fino al 2 novembre del 230.
Grazie al papa Urbano I, il corpo di Cecilia ricevette degna sepoltura nelle catacombe di San Callisto, mentre nell’821 venne trasferito da papa Pasquale I nella Basilica di Santa Cecilia in Trastevere.
Secoli dopo, precisamente nel 1599, in occasione dei lavori di restauro della Basilica voluti dal cardinale Paolo Emilio Sfondrati, venne ritrovato il sarcofago contenente il corpo della Santa con i segni del martirio ancora leggibili. Il cardinale allora commissionò allo scultore Stefano Maderno (1566-1636) una statua che riproducesse fedelmente l’aspetto e la posizione in cui era stato ritrovato il corpo, opera che ancor oggi è possibile vedere in corrispondenza del ciborio realizzato da Arnolfo di Cambio (1293).
Curiosità artistiche: A partire dal XV secolo gli artisti, per rendere riconoscibile la Santa da un punto di vista iconografico, iniziarono a raffigurarla con l’organo, suo principale attributo proprio in riferimento ai cantantibus organis citati nella sua Passio, e spesso è accompagnata da una coroncina di rose in allusione alla sua scelta di castità. In merito alla Basilica che ospita il corpo della Santa, è possibile ammirare la Decollazione della Santa Cecilia e Le nozze mistiche di Cecilia e Valeriano, opere dell’artista bolognese Guido Reni.