Santi Quattro Coronati

Apertura stagionale: Aperto tutto l’anno
Parcheggio auto: No
Accessibilità disabili: Si
Convenzionato Unplicard: No
Costo: Gratuito
Mezzi pubblici: Autobus Urbano – Taxi – Metropolitana

 

Complesso dei Santi Quattro Coronati

Via dei S.S. Quattro, 20
Roma (RM)
Telefono 0039 06 70475427
monacheosasantiquattro@tin.it
http://www.santiquattrocoronati.org/

 

 

Ingresso Fortificato - Complesso dei Santi Quattro Coronati

Ingresso Fortificato – Complesso dei Santi Quattro Coronati

Al Complesso è attribuito il nome di “Quattro Coronati” in seguito alla leggenda di quattro marmorari cristiani messi a morte sotto Diocleziano per essersi rifiutati di scolpire idoli pagani, ma anche di quattro (o cinque) militari, ugualmente martirizzati e sepolti presso le tombe dei martiri precedenti. Il sito si presenta ancora come un complesso monastico fortificato, di modesta apparenza esterna ma di massiccia consistenza muraria, ed è costituito da una basilica e da una serie di altri spazi sacri e residenziali (cripta, cortili, convento, antico palazzo cardinalizio). Esso occupa, dal IV secolo, i luoghi di una ricca residenza aristocratica di età tardoantica che era collocata lungo l’antica via Tuscolana (nel percorso corrispondente all’attuale via dei Santi Quattro) e nei secoli fu ripetutamentemente e radicalmente modificato. La primitiva aula absidata fu convertita in luogo di culto cristiano prima del 499, data a cui risale la prima attestazione del “titulus Aemilianae”, più volte identificato, dalle fonti altomedioevali, con la chiesa dei Santi Quattro. La posizione della chiesa era rilevante, per essere in alto e per la sua vicinanza al Laterano, sede allora del papato. La fortificazione del complesso (cripta, torre d’ingresso all’epoca decorata all’interno e all’esterno, primo cortile con i primi edifici destinati al clero) è di epoca carolingia, attribuita al papa Leone IV (fine VIII secolo). Dopo l’incendio di Roberto il Guiscardo nel 1084, papa Pasquale II provvide alla ricostruzione, riducendo però la basilica alla sola metà ovest della ex navata centrale e trasformando il precedente spazio nell’attuale secondo cortile, mentre quelle che erano state le navate laterali furono inglobate, la destra nel palazzo del cardinale titolare, la sinistra nel monastero fondato dallo stesso Pasquale II, che dal 1138 divenne un priorato dell’abbazia benedettina di S. Croce di Sassovivo presso Foligno. All’incirca nella prima metà del XIII secolo fu realizzato il bellissimo chiostro cosmatesco, la cui lavorazione fu affidata ai marmorari romani dell’Università sorta presso il Celio in onore dei quattro martiri scalpellini cui era dedicata la chiesa. Probabilmente il lavoro fu opera di Pietro de Maria lo stesso maestro marmorario che lavorò al chiostro dell’abbazia di Sassovivo.

Importanti restauri (testimoniati dall’iscrizione con lo stemma del cardinale murata nel primo cortile, sotto la torre) furono fatti eseguire nel XV secolo dal cardinale Carillo dopo la cattività avignonese, quando il complesso fu dichiarato sede pontificia da papa Martino V. Con lo spostamento della sede papale in Vaticano, tuttavia, l’importanza del complesso decadde. Dal XVI secolo l’insieme fu affidato alle monache di clausura Agostiniane e adibito ad orfanotrofio, trasformando tutti gli ambienti che affacciano sul cortile in dormitori per le orfane. È ancora oggi un convento delle Agostiniane.

Author: Pro Loco Roma

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