Bolsena, la città dei miracoli
Oggi la nostra gita fuori porta ci conduce presso Bolsena, un piccolo comune a circa 30 Km da Viterbo. Dalla tradizione popolare, Bolsena, è stata soprannominata la “Città dei Miracoli”, il motivo? Siamo venuti a scoprirlo.
Un po’ di storia: L’attuale Bolsena sorge sui resti di “Volsinii“, un’importante cittadina di origine etrusche, che divenne un fiorente “municipium” romano grazie alla posizione sulla consolare Cassia. Sono state le esplorazioni condotte da una missione archeologica francese, poco fuori dell’abitato, lungo la strada per Orvieto, ad aver portato alla scoperta dei resti della città etrusca di Velzna e della romana Volsinii.
Nella seconda metà del VI secolo d.C., le incursioni dei Goti e dei Longobardi rasero al suolo la cittadina romana, costringendo i cittadini bolsenesi ad abbandonare la zona e a costruire un nuovo borgo sulla rupe, che ancora oggi ospita il quartiere medievale. Finito il predominio dei Longobardi, Bolsena divenne proprietà della diocesi di Orvieto, almeno fino al 1398, quando papa Bonifacio IX la concesse in vicariato ai Monaldeschi della Cervara, che ne ebbero il possesso fino alla metà del XV secolo. Durante il periodo del Rinascimento, la storia di Bolsena rimase legata alle vicende del Papato. Vennero a visitare la cittadina in quell’epoca, esponenti di nobili famiglie italiane, come Tiberio Crispo, il pontefice Pio II Piccolomini, Giovanni de’ Medici e Paolo III Farnese. A due di loro si devono importanti opere architettoniche bolsenesi: Giovanni de’ Medici commissionò la facciata della Chiesa di Santa Cristina e il cardinale Crispo fece erigere, invece, il palazzo che porta il suo nome.
I misteri di Bolsena: Sono due gli eventi sovrannaturali a cui la cittadina di Bolsena deve parte della propria fama. Il primo, che ha per protagonista S. Cristina, patrona con San Giorgio dell’abitato, risale al 292, agli albori del cristianesimo. La fanciulla fu gettata nel lago per ordine del padre, con una pietra al collo. Ma fu la pietra, che miracolosamente galleggiava, a riportarla in salvo a riva. E fu presso questa pietra, segnata indelebilmente dell’impronta dei piedi della fanciulla, e per questo devotamente adibita a mensa d’altare, che si produsse nel 1263 il secondo prodigio. Il miracolo eucaristico, consistente nell’apparizione di gocce di sangue da un’ostia spezzata durante una mensa. Il protagonista fu Pietro di Praga, prete boemo, che nutriva dubbi sul dogma della transustanziazione. Questo secondo miracolo provocò l’istituzione, da parte di Urbano IV, della festa del Corpus Domini, nel 1264.
Un giro per Bolsena: Sulla centrale Piazza Matteotti si apre la facciata, con bel portale gotico, della Chiesa di San Francesco. Risalente al XIII secolo, la chiesa presenta una navata unica e presbiterio quadrato, coperto da un tetto a capriate. Oggi sede di attività culturali, porta estese testimonianze di affreschi del XV e XVII secolo e un bel crocifisso appartenente alla scuola del Pastura, Antonio del Massaro da Viterbo. Inoltre al suo interno è possibile ammirare una “Natività di Maria”, dovuta a Francesco Trevisani. La porta in pietra rossa, risalente al 1548, segna l’ingresso al borgo su cui domina il Castello Monaldeschi. La fortezza fu edificata a partire dal secolo XI, ma i lavori si conclusero solamente nel XIV secolo e la struttura divenne il simbolo del dominio dei Monaldeschi su Bolsena. La costruzione è a pianta quadrata, con torrioni angolari. Fu distrutta dal popolo di Bolsena nel 1815, per evitare che se ne impadronisse Luciano Bonaparte. L’interno del castello ospita il museo territoriale del lago di Bolsena con reparti etruschi e romani; nonché testimonianze della vita e dell’arte della popolazione della zona.
Dal piazzale antistante si gode un bel panorama della cittadina e del lago. Poco distante, il Palazzo del Drago e le sue stanze conservano significativa testimonianza di un manierismo pittorico di impronta romana anteriore agli Zuccari: nella splendida sala dei giudizi, ampio ciclo monocromo ispirato a Perin Del Vaga e a Pellegrino Tibaldi. Una tappa obbligatoria è la Basilica di Santa Cristina, un complesso architettonico suddiviso in quattro strutture: la basilichetta ipogea detta Grotta di Santa Cristina e le catacombe, l’edificio romanico a tre navate, la Cappella del Miracolo e la Cappella di San Leonardo.
Curiosità: La cucina tipica bolsenese è legata principalmente ai pesci del lago di Bolsena. Questo è il motivo per cui i piatti tipici sono tutti a base di pesce di Lago. Il più famoso è il Luccio alla bolsenese, cucinato in padella con pomodorini, capperi e vino di Montefiascone. Un altra ricetta è quella del Coregone, cucinato sia alla mugnaia che alla bolsenese, ed infine la Sbroscia, una zuppa di pesci differenti, da mangiare preferibilmente con le mani.
Arrivare a Bolsena:
Dall’autostrada del Sole (A1), uscita al casello di Orvieto, prosegui la Strada Umbro Casentinese per circa 24 Km – Dall’autostrada del Sole (A1), uscita al casello di Orte, superstrada per Viterbo, poi S.S Cassia direzione Siena – Sulla Via Cassia a 112 km sia da Roma che da Siena – Dalla Via Aurelia, uscita Montalto di Castro (60km) direzione Canino, Valentano – Da Viterbo sulla Via Cassia per 30 Km