Fontana dei Quattro Fiumi
Piazza Navona
Roma (RM)
Piazza Navona, ai tempi dell’antica Roma, era lo stadio di Domiziano che fu costruito dall’imperatore Domiziano nell’85 e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 276 metri, largo 54 e poteva ospitare 30.000 spettatori.
Al centro della Piazza si trova la fontana principale: Fontana dei Quattro Fiumi. Quasi sospeso sulla sottostante cavità, si innalza l’obelisco proveniente dal circo di Massenzio sull’Appia. Ai suoi piedi un alto basamento roccioso ospita quattro gigantesche statue, eseguite dai collaboratori del Bernini, che raffigurano i fiumi dei quattro continenti allora noti: il Nilo, simbolo dell’Africa, opera di Giacomo Antonio Fancelli; il Gange, simbolo dell’Asia, opera di Claudio Poussin; il Danubio, raffigurante l’Europa, di Antonio Raggi e il Rio della Plata, rappresentante l’America, di Antonio Francesco Baratta. Il Nilo ha la particolarità del capo velato, allusivo alle sorgenti ancora sconosciute nel XVII secolo mentre il Rio della Plata presenta, sparse sul suo fianco, delle monete, simbolo delle ricchezze dei territori americani. La scogliera è arricchita da fiori, frutti, animali: un serpente si trova sulla sommità del basamento, la chioma di una stupenda palma sembra battuta dal vento, un leone e un cavallo fuoriescono dalla cavità rocciosa mentre due delfini sono immersi nel bacino circolare. Lo stemma della famiglia Pamphilj, una colomba con il ramoscello di olivo nel becco, decora i lati del basamento e la sommità dell’obelisco. Alcuni atteggiamenti delle raffigurazioni, in particolare del Rio della Plata, con il volto spaventato e la mano sinistra levata come a difendersi dal crollo della vicina chiesa di S. Agnese in Agone, hanno acceso l’immaginazione popolare generando aneddoti sulla rivalità tra il Bernini e il Borromini. Aneddoti di pura fantasia perché quando la Fontana dei Fiumi era già stata ultimata, i lavori di costruzione della chiesa non erano ancora iniziati. Le ingenti spese per la costruzione del monumento provocarono un acuto malcontento contro Innocenzo X e sua cognata, l’ambiziosa Olimpia Maidalchini, da parte del popolo gravato, per l’occasione, da una nuova tassa sul pane. Inoltre il mercato, che fin dal 1477 si teneva in questa piazza, fu costretto a cambiare sede lasciando il posto a passeggiate e meditazioni, come riportato su un lato del basamento dell’obelisco. Piccole attività commerciali tuttavia avrebbero, nel tempo, ripreso a vivere, in questo straordinario scenario destinato dalla famiglia Pamphilj a divenire un capolavoro assoluto dell’arte barocca. Alla metà del Seicento risale anche l’usanza, durata fino al 1867, di allagare la piazza, nelle afose giornate d’agosto, tramite la chiusura degli scarichi delle fontane.
Una leggenda, molto popolare ancora ai giorni nostri, è legata alla rivalità tra il Bernini e l’altro grande maestro del barocco, il Borromini. Si tramanda infatti che la statua del Rio della Plata tenga alzato il braccio per ripararsi dall’eventuale crollo del campanile o della cupola della prospiciente chiesa di Sant’Agnese in Agone e per sorreggere i suoi resti;ugualmente la statua del Nilo si copre il volto per non doverla vedere (in realtà, la copertura della testa è dovuta al fatto che quando fu realizzata non se ne conoscevano ancora le sorgenti). Si tratta di un evidente anacronismo storico, poiché la fontana fu realizzata tra il 1648 e il 1651, mentre la chiesa di Sant’Agnese in Agone fu iniziata dal Borromini non prima del 1652.
Sono inoltre tramandate dai cronisti dell’epoca alcuni esempi del carattere giocoso del Bernini: il 12 giugno 1651, giorno dell’inaugurazione della fontana, alla presenza di papa Innocenzo X, dopo aver scoperto il suo lavoro tutti rimasero folgorati dalla bellezza delle statue e dalle decorazioni in vernice dorata, ma la fontana era priva di acqua. Bernini raccolse le congratulazioni di tutti, compreso il papa, il quale non fece cenno della mancanza per non umiliarlo e, solo quando il pontefice stava facendo girare il corteo per andarsene (un po’ a malincuore), ad un cenno del Bernini venne finalmente aperta la leva che fece sgorgare le acque, con grande ammirazione e soddisfazione di tutti. Ci sono tramandate anche le parole del papa che disse Cavalier Bernini, con questa vostra piacevolezza ci avete accresciuto di 10 anni di vita!
Anche in un’altra occasione Bernini dimostrò senso dell’umorismo: molti erano preoccupati della stabilità dell’obelisco sulla fontana e più di uno gli fece notare che il suo innalzamento era una sfida all’equilibrio naturale, tanto che un giorno alcuni suoi rivali sparsero la voce che l’obelisco stesse per crollare. Bernini non mancò di arrivare presto, e, davanti alla numerosa folla che si era adunata, fissò alla base dell’obelisco quattro cordicelle sottili che solennemente attaccò con dei chiodini ai muri delle case circostanti della piazza.
18 Luglio 2017
Si visitano centinaia di siti e circa il Rio della Plata dicono tutti la stessa cosa, ma nessuno dice per quale motivo tiene il braccio alzato in quel modo.
Sapreste dirlo? Grazie