San Giovanni dei Fiorentini
Via Acciaioli, 2
Roma (RM)
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La Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini fu edificata per volontà del primo Papa Medici, Leone X, che indisse un concorso per la costruzione dell’edificio. Nonostante tra i concorrenti ci fosse anche Raffaello, fu prescelto il progetto del Sansovino. La realizzazione pratica della chiesa, rivelatasi molto difficile, risale alla fine del 1500. Il completamento dell’interno avvenne solo nel 1620 e fu Carlo Maderno a portarlo a termine erigendo la cupola e dando al Tempio dei Fiorentini un carattere sobrio e al tempo stesso austero. Il nome della chiesa trae origine dal fatto che, anticamente, sorgeva accanto ad essa il grande palazzo cinquecentesco che ospitava il Consolato Fiorentino. Dal 1564 al 1575 S. Filippo Neri fu rettore della Chiesa.
Tra le opere d’arte che si possono ammirare nelle dieci cappelle laterali, spiccano alcuni monumenti funebri realizzati dai maggiori scultori dell’età barocca: Bernini, Algardi e Borromini, sepolto lui stesso in questa chiesa insieme al nipote Carlo Maderno. Del Bernini sono conservati i due busti di Antonio Coppola ed Antonio Cepparelli, patrizi fiorentini benefattori dell’Arciconfraternita e dell’Ospedale dei Fiorentini. La facciata in travertino, restaurata nel 1992, fu realizzata solo nel 1734 da Alessandro Galilei.
L’abside della basilica rappresenta un vero e proprio museo della scultura barocca: l’altare maggiore si apre sull’imponente gruppo scultoreo raffigurante il Battesimo di Cristo, opera di Antonio Raggi con ai due lati i sepolcri della famiglia Falconieri con le statue raffiguranti La Fede di Ercole Ferrata e La Carità di Domenico Guidi, arricchite da geni in stucco, mentre settecenteschi sono i ritratti marmorei dei membri della famiglia Falconieri in medaglioni policromi retti da putti. Il colossale altare maggiore, tutto in marmo rosso di Francia e cottanello (proveniente dall’omonimo paese in provincia di Rieti) è sormontato dalla Giustizia di Michel Anguier e dalla Fortezza di Leonardo Reti. Il transetto è arricchito da busti commemorativi di Antonio Barberini, del Bernini, di Pietro Francesco De Rossi, di Domenico Guidi, di Ottaviano Acciaioli, di Ercole Ferrata, e di Ottavio Corsini dell’Algardi.