Benvenuti alla rubrica mensile Cucina e Astrologia nell’Antica Roma!
Ispirato al libro “L’arte della tavola nella Roma Imperiale” di P. Drachline e C. Petit-Castelli, rinnoviamo l’appuntamento della rubrica culinaria per il mese di Maggio.
Nell’antica Roma, sebbene non esistessero “ricette zodiacali“, si credeva che la dieta fosse influenzata dagli astri e dalle divinità. Nel Satyricon di Petronio, il celebre episodio di Trimalcione descriveva un vassoio con i dodici segni zodiacali, ciascuno accompagnato da un piatto specifico, intrecciando la cucina con il simbolismo astrale.
Unisciti a noi ogni mese per scoprire la storia, i sapori e i segreti della cucina dell’antica Roma, celebrando le tradizioni della nostra capitale attraverso piatti che raccontano la sua ricca cultura!
Maggio: segno zodiacale del Toro

Europa-epoca romana, seconda metà del III secolo d.C. Pavimento a mosaico raffigurante il rapimento d’Europa da Zeus trasformato in toro. Amorini alati reggono il velo della giovane donna.
Con il mese di maggio entriamo sotto il segno zodiacale del Toro, simbolo di forza, concretezza e, secondo Petronio, nella cucina alla carne bovina! Un’associazione curiosa che ci guida in un viaggio tra storia, mito e cucina dell’antica Roma. Per celebrare questa connessione tra astri e sapori, vi proponiamo una ricetta romana che ha come protagonista un tenero pezzo di manzo, preparato secondo le usanze di Ostia, il porto dell’Urbe. Un piatto che profuma di spezie, riti e fuoco a legna.
Stufato alla maniera di Ostia
Ingredienti per 6 persone
- 1 kg di manzo
- 1 cucchiaino di pepe
- una manciata di prezzemolo
- 1 pizzico di aneto
- 1 cucchiaino di cumino
- alcune foglie di alloro
- 1 cucchiaio di garum (salsa di pesce romana)
Per la salsa:
- 1 cucchiaino di pepe
- prezzemolo fresco
- 1 cucchiaino di garum
- 1 bicchiere di vino passito
- 1 cucchiaio di farina
Preparazione:
Prendete un bel taglio di carne e incidetelo in più punti, senza separare i pezzi. Sistemate il manzo in una casseruola insieme a pepe, aneto, prezzemolo, cumino, alloro e garum – il tutto precedentemente pestato nel mortaio e ben tritato. Lasciate marinare per 24 ore. Trascorso il tempo, cuocete la carne al forno o sul fuoco vivo (l’interno dovrà restare leggermente rosato). A fine cottura, seguendo le incisioni, dividete i pezzi. Per la salsa, pestate ancora pepe e prezzemolo, ammorbidite con garum e vino passito. Portate a ebollizione, addensate con la farina e versate sui pezzi di carne calda. Un viaggio nel tempo alla scoperta di sapori perduti.
Curiosità
Il mese di Maggio nell’Antica Roma
Un tempo di riti, fiori…e spiriti inquieti. Maggio, mese che porta il nome della dea Maia, era profondamente ambivalente: fertile e vitale, ma anche sacro ai defunti. A Maia, personificazione della terra che rinasce e del fuoco generatore, si offriva un sacrificio alle Calende (1° maggio), insieme al dio Vulcano. Ma attenzione: Plutarco e Ovidio lo consideravano un mese infausto per i matrimoni, poichè legato ai riti funebri. I romani, superstiziosi, evitavano quindi le nozze in questo periodo! Quindi quali festività troviamo nel mese di Maggio nell’antica Roma?
- Floralia (30 aprile – 3 maggio): celebrazione sfrenata in onore della dea Flora, spirito della primavera e della fioritura.
- Lemuria (9,11 e 13 maggio): riti notturni per placare le anime dei defunti erranti.
- Mercuralia (15 maggio): festa dedicata a Mercurio, dio dei commerci e a sua madre Maia.
- Tubilustrium (23 maggio): purificazione delle trombe da guerra, in onore di Vulcano.
- Ambarvali (fine maggio): processioni campestri e sacrifici per propriziare i raccolti, dedicati prima a Marte e poi a Cerere.
L’etimologia di Maggio e le due teorie di Ovidio
Nel libro V dei Fasti, il poeta Ovidio si chiede: “Quaeritis unde putem Maio data nomina mensi?” – “Volete sapere da dove, secondo me, viene il nome di Maggio?”

Rappresentazione di sacrificio a Mercurio, figlio della dea Maia, in un mosaico di epoca romana, conservato nel museo archeologico di Susa
Le risposte a questa domanda sembrano essere due, entrambe molto interessanti:
- Dai “Maiores“, gli antenati, onorati durante i Lemuria. “Maius” deriverebbe quindi dai grandi, dai padri della patria.
- Dalla Dea Maia, madre di Mercurio, associata alla terra, alla fertilità e ai fuochi sacri. La sua presenza si riflette nel sacrificio delle Calende e nei culti femminili legati alla Bona Dea.
In conclusione, Maggio è un intreccio di storia, mistero e rinascita, dove i profumi delle cucine antiche si mescolano ai riti e alle leggende del passato. E con un buon piatto di stufato romano, è ancora più facile assaporarne tutta la magia!
Fonti: