Piazza Bocca della Verità
Roma (RM)
Posta nell’antica zona del Foro Boario, proprio davanti all’Isola Tiberina, prende il nome dalla Bocca della Verità, il celebre mascherone di marmo considerato una statua Oracolo. Essa è conosciuta in tutto il mondo per la leggenda, secondo cui, se si giura il falso tenendo la mano nella bocca del mascherone, questa verrebbe tranciata in un solo colpo. Si racconta, che al giudizio della bocca della verità fu sottoposta una nobildonna accusata di adulterio. Accade che mentre ella si avvicinava al mascherone, d’improvviso un ragazzo le si lanciò contro baciandola caldamente. Allontanato essendo reputato pazzo, la donna infilò la mano nella fessura e dichiarò: “Giuro che nessun uomo, tranne mio marito ed il giovane che mi ha baciato, mi ha toccato!”. Riconosciuta innocente per aver avuto la mano salva venne scagionata. Furbizia e malizia della donna che davanti a tutti era stata baciata dal suo amante!
Oggi, la statua, è collocata nel portico della chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Oltre alla chiesa risalente al tardo medioevo, nella piazza sorgono l’Arco degli Argentari, l’Arco di Giano, il Tempio di Ercole, erroneamente identificato con il Tempio di Vesta in ragione della sua forma circolare, ed il Tempio di Portuno, divinità legata al porto fluviale che qui sorgeva. La fontana davanti ai due templi, detta Fontana dei Tritoni, realizzata da Carlo Bizzaccheri su commissione di papa Clemente XI, fu posta nella piazza nel 1715; la fontana ha base ottagonale e rappresenta due tritoni che sorreggono una conchiglia sopra le teste da cui sgorga l’acqua. Negli anni questa piazza divenne tristemente famosa in quanto conosciuta come uno dei luoghi romani di giustizia: qui operava il celebre Mastro Titta, che dal 1796 al 1864 divenne dolorosamente noto per aver tagliato 516 teste. Il patibolo fu eretto l’ultima volta nel 1868, per l’esecuzione di Monti e Tognetti, autori del fallito attentato alla caserma degli Zuavi pontifici in Prati. Negli anni Trenta, le stradine che dal Teatro di Marcello portavano all’antica piazza della Bocca della Verità furono rimossi, isolando a questo modo i monumenti. Scomparì anche, con questi lavori, un largo chiamato piazza dei Cerchi, un toponimo derivato dalla corruzione della parola circo, che si riferisce al vicino Circo Massimo.